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Nel 1993 il Polittico è stato restaurato con il contributo della Fondazione Arte.

 

L’opera, descritta con grande ammirazione da Giorgio Vasari, fu commissionata a Piero della Francesca dalle suore terziarie francescane, di cui era badessa in quegli anni Ilaria, figlia di Braccio Baglioni, per l’altare maggiore della Chiesa di Sant’Antonio di Padova in porta sant’Angelo a Perugia.La prima rimozione del polittico dal complesso monastico avvenne nel 1799 per volontà del Vermiglioli, che ne consigliò il trasferimento all’interno del palazzo dei Priori, tre anni più tardi, con la restaurazione del governo pontificio, il dipinto tornò nella sua ubicazione originale nella Chiesa di Sant’Antonio di Padova, per essere definitivamente rimosso nel 1810 e trasferito nella Pinacoteca Vannucci, situata all’interno del monastero olivetano di Montemorcino Nuovo.Nel 1885 il polittico, completo in ogni sua parte (due scomparti della predella erano entrati nel mercato antiquario, ma furono recuperati nel 1871), veniva collocato nella nuova sede della Pinacoteca (oggi Galleria Nazionale dell’Umbria), all’interno del Palazzo dei Priori.Il riassemblaggio del polittico avvenne nel primo quarto del XX secolo, i restauri successivi hanno mantenuto pressoché intatta la forma ipotizzata in quell’occasione, fino all’ultimo intervento che dopo aver eliminato le cornici ottocentesche, ha ricreato la struttura scatolare della predella inferiore, con funzione di sostegno, dove sono stati inseriti i tre miracoli.

 

Lo sfondo oro è probabilmente stato richiesto a Piero della Francesca dalla committenza; infatti, il pittore rifiutava l'uso dello sfondo aureo, perché lontano dal suo stile, mirato soprattutto alle rappresentazioni strutturali e paesaggistiche. Alle spalle della Madonna, Piero della Francesca inserisce un elemento architettonico, sostituendo lo schienale del trono con un catino absidale. Si noti lo studio accurato delle forme e delle proporzioni tipico di Piero della Francesca, che qui si cimenta nella rappresentazione di un complesso soffitto a cassettoni con rosette, la cui profondità e dimensioni sono rese con una perfezione geometrica. Inoltre, le zone d'ombra assumono in Piero della Francesca il significato d’aree che non si trovano esattamente in ombra, ma riflettono semplicemente meno luce, a causa della loro posizione nello spazio. Il chiaroscuro, infatti, è reso dall'artista stendendo sulla tavola colori via via più scuri.I santi hanno figure solide e volumetriche, e sebbene hanno dietro lo sfondo oro, hanno come base d'appoggio un solido pavimento, sul quale posano fermamente e statuariamente.

 

Essi non sono veramente uomini ma statue, ferme ed altere nella loro posizione, gli occhi fissi in punti che solo loro vedono.La scena del registro centrale è racchiusa da tre archi, uno centrale (interamente dedicato alla Madonna con Gesù Bambino) e altri due ai lati (da notare il rapporto di 1:2 fra arco maggiore e quelli binati minori), nei quali trovano alloggio, a coppie, i quattro santi.Un piccolo particolare caratteristico del polittico è che le aureole d'oro dei santi riflettono una parte della loro testa.La mancanza d’unità compositiva fra l'Annunciazione e la parte centrale del polittico ha indotto alcuni studiosi ad ipotizzare che Piero della Francesca avesse semplicemente aggiunto questa parte più tardi. In realtà l'intero polittico possiede un'unità strutturale; il pittore semplicemente ha tagliato la parte superiore, che originariamente doveva essere rettangolare, trasformandola in una sorta di cornice a cuspide.La qualità della predella è straordinaria: i valori spaziali e prospettici, caratteristici di Piero della Francesca, sono tutti presenti, su piccola scala, enfatizzando i bianchi muri degli interni, gli sprazzi di luce e le ombre profonde della scena notturna all'esterno. In queste scene i corpi acquistano completa tridimensionalità.

 

Data di creazione: 1468 – 1470, sec. XV, terzo quarto; 1468 – 1470

 

Soggetto Santi: San Francesco; Santa Elisabetta d’Ungheria; Sant’Agata.

 

Materia e tecnica: tavola/pittura a olio

 

Luogo di conservazione: Galleria nazionale dell’Umbria, Palazzo dei Priori, Corso Vannucci 19 – 06100 Perugia, Perugia (PG) – sala 11,inv. 111 (1918)

 

Diritti: Ministero per i Beni e le Attività Culturali

 

 

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