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restauro

 

I dipinti su tavola hanno spesso conosciuto storie conservative tali da modificarne le caratteristiche meccaniche, fisiche ed estetiche. Le quattro tavolette oggetto di questo intervento hanno infatti seguito il percorso di molti dipinti realizzati su supporto ligneo secondo le precise indicazioni tecniche e pratiche che, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, sono rimaste prevalentemente in uso in Italia fino agli anni sessanta del Novecento.

 

Costituiscono, infatti, un tipico esempio di opere precedentemente sottoposte a invasivi interventi di restauro: in questo caso l’assottigliamento del supporto e la successiva e inevitabile applicazione sul retro di strutture di varia complessità ritenute idonee a contenere, ripristinando lo stato originale, eventuali nuovi incurvamenti e deformazioni del supporto ligneo.

Anche la superficie pittorica è interessata da uno spesso deposito, costituito da strati di sporco composti con vernici e ritocchi oramai ingialliti e alterati e spesso sovrammessi allo strato pittorico originale.

 

Per motivi e finalità opposti, se pur naturalmente connessi con le considerazioni sin qui svolte, il nostro intervento conservativo è stato condotto sviluppando motivazioni teoriche e tecniche ispirate al concetto di “intervento minimo” quale principale strumento volto a restituire e valorizzare le qualità formali e la tecnica di esecuzione di queste opere, in larga misura ancora presenti. 

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