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tecnica e stile

 

E’ stupefacente, come, a dispetto della lettura vasariana, che, in ossequio a un teoria evoluzionista dell’arte, pone l’attempato Vannucci tra coloro che usano la “dottrina” per ridurre la pittura a “maniera”, il peso dell’ anagrafe non riesca a trasformare le opere tarde del maestro pievese in semplice, meccanica applicazione del mestiere.

 

I quattro dipinti raffigurano San Girolamo, San Nicola di Bari, l’Angelo Annunziante  e una Santa martire. Misurano rispettivamente cm. 41,5 x 16;  41,5 x 16; 18,50 x 12; 18,50 x 12. La loro storia conservativa emerge bene da un esame ravvicinato. Assottigliate nello spessore (mm. 4 è lo spessore della prima coppia; mm. 3 è quello della seconda coppia) e successivamente parchettate, presentano una superficie pittorica lievemente indebolita da antiche puliture.

 

La tecnica usata appare simile a quella impiegata dal Perugino in opere dello stesso periodo. Un timbro cromatico privo di squilli, di vibrazioni, tendente piuttosto all’uniforme, appare in linea con la “maniera chiara” dell’ultima fase, quando il pittore mette in atto una progressiva semplificazione coloristica, oltrechè disegnativa.

 

Il pennello corre veloce e sicuro; pochi tratti sono sufficienti a delineare le figure. Il paesaggio, ridotto a uno schematico fondale, presenta gradazioni cromatiche tendenti al bruno. Fa accezione l’ Angelo annunziante che si staglia contro un fondale paesistico di colore verde chiaro.

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